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Valeggio - Regione Veneto
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Valeggio, grazie alla sua posizione strategica, è stato per secoli la porta occidentale delle terre venete, fra il lago di Garda e Mantova. Nei pressi della Valle del Mincio, su un'isola fluviale, è stato individuato un importante insediamento dell’Età del Bronzo, vicino a Borghetto sono state scoperte alcune sepolture appartenenti all'Età del Ferro (1000 - 800 a.C.) e reperti di età etrusca (VII-VI sec. a.C.).
Una grande necropoli celtica, ancora in gran parte sepolta sotto l'odierno abitato di Valeggio, attesta la presenza di genti galliche fra il IV secolo avanti Cristo ed il I° secolo dopo Cristo. All'epoca romana appartengono monumenti funebri marmorei scoperti nella necropoli e tracce di raccordi viari che collegavano il passo del Mincio con le strade consolari Postumia e Gallica.
Al periodo longobardo (VIII-IX sec. d.C.) è possibile attribuire la nascita del centro urbano di Valeggio e dello stesso toponimo, "Valogio", che significa: "luogo pianeggiante"; anche Borghetto sorse in questo periodo ma il primitivo nome non è conosciuto.
Fra la fine del primo millennio e l'inizio del successivo, il territorio veronese fu annesso alla corona imperiale germanica ed il Mincio divenne linea di confine fra i territori tedeschi e i vasti possedimenti della potente famiglia Canossa. In quel periodo sorse la Pieve di San Pietro in Valeggio e, nell'XI secolo, il monastero di Santa Maria, sulle rive del Mincio, che successivamente divenne una importante Precettoria dell'ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo o del Tempio. Per più di un secolo, i Cavalieri Templari trasformarono il cenobio in un importante xenodochio, destinato ad accogliere i numerosi pellegrini che transitavano per il guado del Mincio, diretti verso i tre grandi centri della fede cristiana: Roma, Sant'Jago de Copostela e Gerusalemme. Dopo la soppressione dell'ordine Templare il monastero fu gestito dai Cavalieri di Malta e poi dai monaci dell’abbazia benedettina di San Zeno in Verona.
Fra il XIII e il XIV secolo, in epoca signorile, furono edificate le grandi fortificazioni che ancora dominano il paesaggio: il possente Castello Scaligero, la cinta turrita che circonda Borghetto, la linea fortificata del Serraglio ed il Ponte-Diga Visconteo che taglia in due la Valle del Mincio. Dal 1405 al 1797, Valeggio fece parte dello stato veneto di Terraferma trasformandosi da presidio militare a centro agricolo e molitorio grazie all'irrigazione artificiale di una parte delle sue campagne e ai numerosi molini che sfruttavano la forza idraulica delle acque del Mincio. Dopo i tragici avvenimenti legati alle campagne napoleoniche (sacco di Valeggio nel Natale del 1800) e alla caduta della Serenissima Repubblica di San Marco, nei primi anni del diciannovesimo secolo, I'ImperialRegio governo Austriaco prese possesso dei territori veneti. La successiva epopea risorgimentale vide svolgersi, fra i colli e le campagne di Valeggio, le sanguinose battaglie (1848-1859-1866) che portarono alla riunificazione politica dell'Italia sotto la corona Sabauda.
Borghetto e la Valle del Mincio sono la scenografia più suggestiva che Valeggio può offrire al visitatore. L'intatta bellezza del piccolo centro medievale, sorto in simbiosi con il fiume, gli antichi molini, la chiesa settecentesca ricca di opere d'arte e le imponenti rovine del Ponte-Diga Visconteo, rappresentano al meglio le secolari vicende di questa porzione del territorio veronese.

Siti importanti

lla grande parrocchiale di San Pietro, all'interno della quale, nella rigorosa bellezza dell'architettura neoclassica, si possono ammirare grandi tele dipinte dai migliori artisti veronesi del XVIII e del XIX secolo, un'ancona in pietra del XII secolo ed un imponente organo a canne realizzato nel 1812.
Nella parte nord del centro abitato, sorge Villa Maffei-Sigurtà, sontuosa dimora seicentesca, famosa per il grande e magnifico parco (visitabile in automobile) che si estende per più di 50 ettari.