Padenghe fu abitata già in epoca preistorica, come testimoniano importanti rinvenimenti nella zona,, ma il primo nucleo abitato iniziò a formarsi sotto il dminio dei romani. Il piccolo borgo iniziò ad estendersi intorno alla piccola chiesa di S Cassiano e. durante l'alto medioevo, con le prime invasioni ungare, il piccolo boro abbandonò le rive del lago per rifugiarsi in collina, in un luogo più protetto dove successivamente venne cotruito il castello che negli anni successivi divenne una roccaforte ghibellina, contesa tra Brescia e Verona. Nel 1154 Federico Barbarossa confermò molti privilegi al vescovo di Verona Teobal su alcuni territori bresciani. Ma le contese si protrassero ancora nei secoli successivi, tra gli Scaligeri e Giovanni di Boemia, figlio dell'imperatore Enrico VII, che si alternarono alla guida del castello fino alla seconda metà del 1300, quando Padenghe, insieme ad altri castelli bresciani, ottennero l'autonomia dai Visconti.
Poi passò alla Repubblica Veneta, ma gli abitanti non persero mai il loro spirito fiero ed indipendente, e tentarono più volte di riscattare la loro propria autonomia dimostrando coraggio opponendosi anche al dominio dei francesi. Fu proprio per la lro ribellione che nel 1509 il governatore Leonino Bibbia ordinò come punizione la totale distruzione del castello, fortunatamente scongiurata del cardinale D'Amboise.
La storia di Padenghe non racconta soltanto scontri, contese, saccheggi e violenze, ma anche la vita di personaggi illustri come il pittore Andrea Giovanni Bertanza, a cui diede i natali, che ispirò la propria opera a Palma il Giovane e al Veronese operando in molte località bresciane alla fine del sec.XVI. Il gesuita Giambattista Rodella, collaborò alla realizzazione del "Dizionario degli scrittori d'Italia" e redigendo in proprio opere e traduzioni. Il 28 marzo 1848, in pieno Risorgimento, i volontari di Tito Speri catturarono qui il generale austriaco Schonhals, in fuga dalle rivolte di Brescia. Dal 1928 al 1947 entrarono a far parte del comune di Padenghe Moniga e Soiano, che acquistarono in seguito autonomia.
Siti importanti
Il Castello, conserva ancora oggi parte della sua originaria strutture con due delle tre torri.
Chiesetta di Sant'Emiliano, chiesa romanica ad un'unica aula con abside semicircolare del sec.XII. Durante i secoli è stat più volte rimaneggiata assumendo motivi baroccchi.
Parrocchiale di Santa Maria, eretta nel 1682, conserva importanti opere tra cui una Madonna col Bambino e santi di Zenone Veronese, Paolo Farinati, Francesco Giugno, Francesco Paglia, G.A. Zadei, oltre a sculture di Antonio Callegari e Beniamino Simoni.
Villa Barbieri (Municipio), eretta alla fine del '700.
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